Ascolta il podcast 🎙

Ascolta il podcast 🎙
Oussama ha 30 anni. È nato in Marocco ma da più di venti viveva in Italia, fino a quando non è stato espulso dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il comunicato della Questura di Varese ha del surreale. Oussama, saldatore professionale alla Petrella di Castronno, riceve un “provvedimento di espulsione basato sulla pericolosità dello stesso in ragione di una sua potenziale strumentalizzazione” da parte di organizzazioni terroristiche presenti sul web che, secondo l’accusa, “avrebbero potuto convincerlo ad effettuare azioni giustificate dal credo religioso fondamentalista”. Utente molto attivo su Twitter, Oussama ha opinioni forti e a volte discutibili. Prevedibile che a causa dell’isteria islamofoba che va prendendo piede in tutto l’Occidente il nostro Paese si sarebbe distinto per le reazioni più avventate. È da pensare che il ministro Alfano sia intervenuto più per farsi bello agli occhi dell’opinione pubblica che per sventare una reale minaccia (la stessa Questura usa il termine “potenziale”). Chi voglia onestamente farsi un’idea della “pericolosità” di Oussama può leggere i suoi tweet. Resta comunque il fatto che un giovane perfettamente “integrato” (come amano dire gli amanti del politicamente corretto), un italiano di fatto (nonostante l’assenza di una legge sulla cittadinanza per chi è nato o cresciuto qui), è stato espulso per le sue idee. A Varese Oussama aveva la sua famiglia che dipendeva economicamente anche da lui. La testimonianza della sorella ci restituisce un quadro familiare che non rinvia in alcun modo al profilo di un giovane emarginato facile preda delle sirene del fanatismo religioso. “Dicono che guardo i siti jihadisti: Twitter e Youtube! Sono rimasti al ’99. Mi hanno consegnato alle autorità marocchine pur sapendo che c’è la tortura. Io ho criticato anche il Marocco”. Le parole di Oussama tradiscono amarezza e delusione. Nonostante le rassicurazioni della politica è ormai evidente che in nome della lotta al terrore stiamo cedendo (altri) pezzi di libertà; oggi viene minacciata quella di espressione di un “potenziale” terrorista, domani potrebbe toccare a ciascuno di noi.